Chiacchierando a cena - Come mai conosci così bene Milano?
- Ci ho vissuto quattro anni ed è nato lì vicino il mio ragazzo.
Tutte a ridere: - Il tuo ragazzo? E che è, il tuo fidanzatino? Certo, e poi hai vent'anni e negli ultimi mesi hai solo messo su qualche chilo…
Non pensavo sarebbe stato così facile dimenticare di essere "diventata grande".
ps A proposito di "diventare grandi" oggi è il compleanno della mia cugina-gemella, siamo inseparabili e facciamo a capocciate da quando è nata, quattro mesi esatti dopo di me. Per festeggiarla abbiamo continuato a stare insieme con una domenica di chiacchiere e caffè. Ho scoperto che non conosceva alcune belle righe sui trentenni di Oriana Fallaci (del 1965, prima che rincitrullisse) e così gliele ho dedicate:
Sono stupendi i trent’anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perchè è finita l’angoscia dell’attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni!
Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perchè anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c’è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell’olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi.
Siamo un campo di grano maturo, a trent’anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui scenderemo. Un po’ ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna.
Neanche io le conoscevo queste righe!
RispondiEliminaValgono anche x i 40, vero?😜
Certo che sì! I trentenni del 1965 corrispondono almeno ai quarantenni del 2014. Anzi, leggendole pensavo, ma io mica sono (ancora?) così sicura di me
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