giovedì 19 giugno 2014

Di cattive maestre e brave terroriste



Tra le soddisfazioni di questo periodo c'è tanto tempo per leggere, soprattutto ora che A. è ripartito, diluvia e, quando finalmente raggiungo il divano, ho voglia di uscire pari a zero. Leggo cose strane, per più di un mese sono rimasta incastrata in una storia sul traffico di oppio nell'Ottocento tra la Cina e il Regno Unito (Il fiume dell'oppio di Amitav Ghosh), affascinante ma interminabile, poi mi sono scatenata.

Due libri, in particolare, mi hanno fatto pensare: La brava terrorista di Doris Lessing (grazie S per il regalo!) e I miei anni a rincorrere il vento di Barbara Comyns. Entrambi amatissimi. La brava terrorista è una ragazza che vive in una comune, nella Londra degli anni 70, e sta decidendo se aderire all'Ira. Tra partite di esplosivo e agenti del Kgb, lei trasforma da sola la vecchia casa che cade in pezzi portandoci luce, acqua, gas, zuppa calda e fiori, tra gli sguardi scettici dei compagni, troppo impegnati con la rivoluzione per dare una mano a pulire i bagni. Intanto i rapporti  con la sua famiglia diventano sempre più tesi, ma è davvero così diversa da sua madre?

I miei anni a rincorrere il vento, invece, è il racconto esilarante fatto da un'artista e modella degli anni 30 della sua disastrosa esperienza della maternità tra un marito viziato all'inverosimile, amici bohémien e fame nera durante la grande depressione. Alcune pagine, come quelle del parto in un ospedale per poveri, sono abbastanza traumatiche, ma c'è la certezza che oggi non potrebbe mai andare così male (o almeno spero). E poi le avventure di Sophia sono la prova che la capacità di sorriderci su, alla fine, paga. Ecco il momento in cui scopre di essere incinta: "Charles disse: - Oddio, che cosa dirà la mia famiglia? Come detesto l'idea di diventare padre e spingere una carrozzina! - Al che io dissi: - Neanche io voglio diventare una cavolo di madre. Scapperò. - Poi mi ricordai che se fossi scappata il bambino sarebbe venuto con me ovunque fossi andata".


Ps Seguo il suggerimento di una saggia amica che mi consiglia di non dire sempre che va tutto bene. In realtà, va tutto bene ma da qualche giorno mi va a fuoco lo stomaco, all'improvviso brucia da matti, mi viene la nausea, penso che non ce la faccio più, ma poi passa.



2 commenti:

  1. Il secondo libro mi incuriosisce perché ho sempre voluto diventare madre ma detestavo la sola idea di dover vivere la gravidanza e poi la carrozzina e tutte quelle icona della maternità. Non volevo sentirmi vulnerabile e penso c'entri col prendersi troppo sul serio ('sta cosa' di prendersi sul serio mi è passata del tutto quando mi sono ritrovata a forma di anguria a girare seminuda ed in pantofole in ospedale per andare in sala parto).

    Buona lettura!

    ps.Dire che va tutto bene per me, invece, è la cosa migliore. Sai com'è... non sia mai il Padre Eterno ascolti una mia lagna e decida di mandarmela veramente brutta, quindi, finché c'è salute, pane e vita, va tutto alla grande (da dire a voce alta e con naso in su) ! ;))

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    1. Abbasso la lagna e viva i bei libri! (E quello della Comyns lo è davvero).

      ps Forse è colpa anche di "tutte quelle icone della maternità" se in tante decidono di non avere figli. Sono canoni impossibili, pure con la migliore volontà! Per fortuna vengono bambini fantastici anche da mamme molto imperfette. Quando sono un po' angosciata penso a quelli che conosco meglio e mi tranquillizzo un po'.

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