domenica 18 maggio 2014

Cugini in fuga ovvero Bring back our Ciccio



Mio cugino è a Berlino e la famiglia non parla d'altro. Si è laureato, ha messo da parte qualche soldo, ha detto che andava a fare un corso di inglese di un paio di settimane in Germania (il pensiero logico-razionale non è il nostro forte), ha messo tutta la sua camera in uno zainone ed è partito. 
Ora il mistero è: ma davvero starà via per un mesetto o non è forse diventato un "cervello in fuga" (espressione che a me fa sempre pensare a quel cartone con le galline)?

Fin da subito hanno iniziato ad accumularsi indizi che fanno pensare più a un espatrio in piena regola che a una vacanza, a partire dai messaggi nostalgici del fuggitivo sulla chat di famiglia, di solito dominio degli zii. 
Poi c'è stato il (molto) sofferto congedo dall'ultima partita della Roma. E la signora delle pulizie ha iniziato a sospirare "Povero Ciccio" e a guardarti con la faccia di chi la sa lunga se provi a rispondere che è via solo per qualche tempo, in vacanza, e che sta meglio di tutti noi. L'ultimo pezzo del puzzle sono stati i fruttivendoli del Bangladesh (nemici del celebre fruttarolo mummificato), che hanno gettato mia zia nel panico dicendole, dopo aver chiesto come stava il neo-crucco: "eh già! Mancherà tanto a tutti noi..."

A questo punto è partita la controffensiva dei Dangefò con campagne di sensibilizzazione su Facebook che a confronto "Bring back our girls" è uno scherzo (sono stati mobilitati anche Garcia e Mujica), cene luculliane postate sulla chat di famiglia dopo aver saputo che l'evaso stava maturando un'allergia a currywurst e kebab e foto di spiagge laziali, piedi nudi e ginocchia inviate per email e su ogni social network familiare
Nel frattempo, per iniziare a fare buon viso a cattivo gioco, sono ricominciati i racconti sulla bisnonna berlinese Erna e il fuggiasco è stato spedito in pellegrinaggio sotto al suo portone. Come a dire, resta pure lì, tanto mica ci scappi! 


ps Al di là dei sacrosanti desideri di emancipazione del cuginame, io devo dire una cosa: a Berlino non ci vivrei mai. Bello le biciclette, i concerti, i parchi, la vita poco cara, il senso civico, lo sguardo rivolto al futuro ma non è una città che mi emoziona. L'ultima volta che sono andata, un paio d'anni fa con A, quattro amici e un piccoletto di pochi mesi, ero l'unica che non ne subiva il fascino fino in fondo. Tutti gli altri (marmocchio escluso, forse) erano pronti a trasferirsi il giorno dopo. Sarò strana io?

4 commenti:

  1. "Scappare" con lo zainone, l'ho fatto ben 2 volte prima della volta buona. La Germania non la sceglierei "manco gratis". Ma se Mujica mia volesse ospitare, tornerei in sudamerica di corsa! Infatti, ho cugini scappati dal Brasile in Uruguay e stanno "una favola"!:)))

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    2. Pure io! Pure io! Due volte via da Roma: la prima a Parigi, la seconda a Milano, ma dopo un anno lontano inizio a dare segni di insofferenza e più di quattro anni fuori non ho mai resistito. Certo, in America Latina… Se Mujica mi vuole ci vengo anch'io!
      Con A. abbiamo anche un sogno proibito che parla di Argentina con Piccolé di pochi pochi mesi… Ma meglio, per ora, non parlarne nemmeno

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  2. Io vengo dall'Amazonia, dove il clima ti porta spesso a dare i numeri, quindi, non ho mai dato limiti agli spostamenti con bambini piccoli; avendo la possibilità di fare pause organizzative, funziona bene. L'unica attenzione da fare è all'udito. Mai viaggiare con un neonato in aereo prima di 45 giorni, si rischia la sordità e dolori terribili per loro!

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